Monoruota e Nuovo Codice della Strada 2025: cosa cambia davvero?

Introduzione

Ma cosa ne sarà del monoruota nel 2025?
All’interno della nostra piccola comunità ci sono molte domande, dubbi e discussioni che meritano attenzione. In questo articolo voglio affrontare insieme a te le novità introdotte dal nuovo Codice della Strada, cosa significano davvero per chi utilizza un monoruota elettrico e quale direzione possiamo prendere come appassionati di micromobilità.

Se sei curioso di capire meglio la situazione, se stai pensando di avvicinarti al mondo del monoruota o se già lo utilizzi ogni giorno, continua a leggere: troverai spunti, riflessioni e qualche consiglio pratico.


Il nuovo Codice della Strada e la micromobilità

Il 14 dicembre 2024 è entrato in vigore il nuovo Codice della Strada, che ha introdotto una serie di modifiche e polemiche, soprattutto per monopattini, alcol e sostanze stupefacenti.
Il monoruota? Ancora una volta dimenticato o, peggio, “nascosto” in una formulazione poco chiara.

Il testo recita infatti che chiunque circola con un dispositivo di micromobilità diverso dai monopattini e non conforme a un apposito decreto ministeriale rischia una sanzione da 200 a 800 euro.
Peccato che questo decreto ministeriale non esista ancora, se non il vecchio decreto Toninelli, ormai scaduto.


Siamo dentro o fuori dalla legge?

Qui nascono i problemi.
Il legislatore ha lasciato uno spiraglio: la norma rimanda a un decreto ancora da scrivere, che dovrebbe definire caratteristiche e sperimentazioni per i mezzi diversi dai monopattini. Fino ad allora, la situazione rimane ambigua e interpretabile.

La circolare del Ministero dell’Interno sembra confermare la possibilità di sanzionare i monoruota, ma molte interpretazioni (e anche diverse esperienze dirette di monoruotisti) dimostrano che, ad oggi, nessuna multa è stata effettivamente comminata. Anzi, nella maggior parte dei casi le forze dell’ordine hanno mostrato una certa tolleranza.


Come comportarsi se vieni fermato

Il consiglio principale è mantenere la calma, essere collaborativi e rispettosi.
Un’argomentazione possibile è che, in base al Codice della Strada, la regolamentazione dipende da un decreto ministeriale non ancora emanato: quindi non esiste una norma chiara che vieti esplicitamente l’uso del monoruota.

Nel frattempo, per ridurre i rischi:

  • Rispetta sempre le regole di base (semafori, precedenze, attraversamenti pedonali).

  • Evita comportamenti pericolosi o che possano attirare attenzioni negative.

  • Usa casco e protezioni.

  • Considera l’assicurazione personale, che può coprire danni a sé stessi e a terzi.

  • Prediligi percorsi fuoristrada o ciclabili dove possibile.


Un problema di equità normativa

Uno dei punti più discussi è l’equità delle regole.

  • Bici e e-bike: circolano quasi ovunque senza particolari restrizioni.

  • Monopattini: obblighi di frecce, casco, assicurazione e targa (anche se non ancora applicabili nella pratica).

  • Monoruota: di fatto bandito, nonostante offra spesso maggiore sicurezza e stabilità rispetto ai mezzi sopra citati.

La disparità è evidente. Eppure il monoruota ha dimostrato, anche con studi tecnici e ricerche, di essere un mezzo valido, sostenibile e sicuro se usato correttamente.


L’obiettivo della comunità

La comunità monoruotista non è composta da “fuorilegge”, ma da persone che credono in un modello di mobilità diverso: più ecologico, meno ingombrante, più adatto a città congestionate.

Per questo motivo, sono in corso iniziative come:

  • Un censimento dei monoruotisti italiani per avere dati concreti sul numero di utenti.

  • La creazione e il rafforzamento di associazioni nazionali, come Scuola Monoruota Italia, Muoviti Elettrico e Italia in Monoruota.

L’obiettivo è fare massa critica, ottenere un dialogo con le istituzioni e arrivare a una normativa chiara, equa e coerente.


Opinioni personali e riflessioni

A mio avviso, la riforma del Codice della Strada ha voluto più “punire” che regolare.
È giusto aumentare la sicurezza, ma norme come la targa sul monopattino non contribuiscono realmente a questo obiettivo. Sarebbe più utile lavorare su educazione stradale, responsabilità degli utenti e buon senso.

Vorremmo città meno inquinate, meno rumorose e più vivibili: la micromobilità può contribuire davvero a questo risultato, se accompagnata da regole sensate e non punitive.


Conclusioni

Il futuro del monoruota in Italia è ancora incerto. Non esiste un divieto netto, ma nemmeno un riconoscimento chiaro. Tutto dipende dal decreto ministeriale che dovrà essere scritto: un’occasione che non possiamo permetterci di sprecare.

Nel frattempo, il miglior consiglio che posso dare è:
circola con responsabilità, rispetta le regole, non dare nell’occhio e sostieni la comunità.
Solo unendo le forze potremo far sentire la nostra voce e sperare in una normativa più giusta.